Capodimonte al Louvre

di Marzia Fiorito

Il sole tramonta tardi a Parigi, in questa sera di inizio giugno. Attraverso la Pyramide di Pei, i riflessi rosati inondano l'immenso spazio sottostante.

Ho il passo sicuro di chi conosce questi luoghi da tempo... dai blocchi di pietra squadrati della fortezza medievale fino ai limpidi paesaggi di Corot che attendono in alto nell'aile Sully. Il mio stupore è sempre intatto e non importa se i visitatori frettolosi e scomposti cercano affannosamente la Gioconda.

Ogni volta che racconto il favoloso destino del Louvre e dei suoi capolavori, desidero che sia speciale. Esercizio delicato per la guida, ma è la sfida che mi impongo affinché sia un'esperienza di pura bellezza.

Bellezza e sfida è questa mostra temporanea: settanta opere in prestito dal Museo di Capodimonte affiancano i grandi classici dal Salon Carré fino alla Grande Galerie (fino all'8 gennaio 2024) e poi nella Salle de la Chapelle e la Salle de l'horloge (fino al 25 settembre 2023).

Il dialogo è armonioso, sorprendente e emozionante: Colantonio, " San Girolamo nel suo studio"; Tiziano, "Danae"; Parmigiano, "Antea"; Annibale Carracci, "Ercole al bivio"; Artemisia Gentileschi, "Giuditta e Oloferne"...

Ma che non diventi un elenco da catalogo! Se emozione deve essere che emozione sia! Sarò io a scegliere per tenere, per un breve istante, in ostaggio lo sguardo del pubblico che accompagno.

Due quadri di epoche diverse.

Due artisti distanti nel tempo, ma simili. Due inventori mossi dalla stessa follia.crocifissione foto 1

La “Crocifissione” di Masaccio (1400-1427), tempera su tavola 83x63 cm, Polittico di Pisa - Chiesa del Carmine, 1426. Formato minuscolo, ma maiuscolo il significato.

Cristo sulla croce, il collo incassato nello sterno, è spirato. Bisogna inginocchiarsi e ritrovare la geometria perfetta, intatta e netta la posizione di ogni personaggio. A sinistra la Madonna, il volto da vecchia, sfigurato dal pianto, infagottata da stoffe pesanti e scure, ma così degna e solida come il legno della croce. A destra san Giovanni, amico prediletto, giovane e imberbe. Gli occhi sono persi... sconforto e pena! È immobile e giusto nel suo ruolo. Al centro Maddalena, punto dove tutto converge... l'oro dei suoi lunghi capelli sciolti e l'oro del fondo. È di spalle, ai piedi della croce.

Manto rosso vivo, come la passione che la scuote. Il dolore è esibito eppur nascosto, i singhiozzi disperati: strazio inconsolabile.  Lei, la peccatrice, è fatta di umana fragilità e di inaspettata forza.

Piange dolorosamente, ha le braccia nel gesto dell' orante, eroina di una tragedia greca.

Un po' più avanti nel mio percorso...flagellazione foto 2

La “Flagellazione di Cristo” di Caravaggio (1592-1610), 286x213 cm, 1607.

Merisi è arrivato a Napoli. Ha imbrogliato, picchiato, ucciso. Ora è condannato non solo dalla legge degli uomini, ma anche dai suoi propri demoni. Eppure resta un uomo di fede profonda e di umanissimi dubbi. Gli è stata commissionata questa tela dalla famiglia De Franchis, per la loro cappella nella Chiesa di san Domenico Maggiore.  Ed è un'apparizione. La luce divina scaturisce dal flagellato, fino a inondare i tre aguzzini dai modi spicci. Bestialità e grazia. Nonostante i colpi di frusta, il corpo di Cristo è intatto, prezioso come una statua. Scena di gratuita violenza, dove sembra che il male vinca sul bene. La pelle scurita dal sole, membra contorte dallo sforzo, dalle brutture di un'esistenza grama e senza speranza. Anche qui bisogna inginocchiarsi e meditare sulla passione, sulla redenzione dell'umanità grazie al sacrificio dell'innocente.

Sono contenta. Per qualche minuto nessuno mi ha chiesto dove sia la sala della Gioconda.

Quando esco il cielo è ancora chiaro, tinto di azzurro e madreperla.

Quanto basta per darmi l'illusione di essere a Napoli.

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LA MOSTRA

«Naples à Paris. Le Louvre invite le Musée de Capodimonte».

Parigi, museo del Louvre.

Fino all’8 gennaio 2024.

Curatori: Sébastien Allard, direttore del dipartimento Pittura Museo del Louvre. Sylvain Bellenger, direttore del Museo di Capodimonte