Alloggio per un artista - L’appartamento più piccolo che c’è. O quasi

La «tiny house» realizzata a Ischia dall’architetto Marco Cortese per lo chansonnier Romolo Bianco è un magnifico esempio di talento creativo e funzionalità. È una casa di appena 11 metri quadrati che entra di diritto nel guinness dei primati planetario.

di Ciro Cenatiempo

Ciò che è piccolo spesso racchiude la sintesi della grandezza, il suo preannuncio. Ricorro a un aforisma comprensibile per spiegare in sintesi la notizia di apertura di questo blog che è immolato alle virtù di ciò che, presentandosi alla mia esperienza senza limiti geografici, considero «bello» e «buono». Marco Cortese, 47 anni, architetto, designer e artista che apprezzo da tempo per la sobrietà creativa, la cifra stilistica minimal ed essenziale che ne caratterizza la continua pratica sui sentieri della ricerca, mi ha letteralmente folgorato quando mi ha inviato una mail per la presentazione della sua opera più recente. Mi ha scritto: «Ecco l'ultima mia realizzazione, una casa per un artista, il cantante Romolo Bianco. È stata una vera e propria sfida. La sfida consisteva nelle dimensioni dello spazio che mi è stato assegnato. In parole povere tutto l’appartamento misura 11mq, e per lo più ha un altezza massima di 240 cm, essendo caratterizzato da una volta a botte. Non avevo mai lavorato con spazi così ridotti, ma è stato molto stimolante».

La schiettezza di Marco conquista, come la sua passione. «È stato - aggiunge - come realizzare un abito su misura. Uno spazio trasformabile dove trovano posto una cucina, un bagno, una zona giorno e una zona notte. Ho mixato elementi della nostra tradizione come le ceramiche dipinte a mano con decorazioni in manganese e legni invecchiati, con lamiere metalliche forate. L'elemento protagonista di questo spazio infatti è un armadio scenografico, in rete microforata, appositamente illuminato. Quasi una scatola magica, dove gli abiti diventano istallazione. Tutto ruota attorno a questo elemento, in quanto se da un lato mi filtra la vista della cucina, generando un effetto di vedo e non vedo, dall'altro diventa testata del letto o spalliera del divano. Il discorso della scatola luminosa ritorna anche sull’esterno, dove una quinta di legno con effetti luminosi, mi garantisce la privacy ma, al tempo stesso, non mi toglie la luce naturale. Ferro arrugginito è stato scelto quale materiale per infissi minimali e per griglie metalliche che schermano gli impianti. Questo spazio per quanto piccolo possa essere, ha richiesto – conclude Marco Cortese, regalandoci dettagli preziosi - un gran lavoro in quanto ogni singolo elemento è stato appositamente da me progettato e fatto realizzare da artigiani locali. Questo progetto rappresenta la sintesi della mia ricerca. Attento studio dei materiali, luce protagonista dello spazio e rispetto e valorizzazione delle caratteristiche architettoniche preesistenti».
Di fatto questo scrigno ammaliante rientra, documentazioni alla mano, tra le dieci case più piccole del mondo, accomodandosi in bella mostra nel trend globale delle cosiddette «tiny house». Per Ischia si tratta del top: è davvero la più piccola in assoluto, con il suo corollario di significati socio-antropologici, per un contesto ambientale mutilato dalle sproporzioni dell’attività umana di ieri e l’altro ieri.
Una sorta di magnifico, rivoluzionario paradosso epocale. Il segreto? Marco Cortese, non a caso, «considera il viaggio come continua ricerca e costante confronto» che gli permette «di sviluppare un prodotto estremamente attuale e non vincolato al limite del territorio». Del resto nel suo background c’è una deliziosa oscillazione tra progettazione, design e arte. «Fondendo in un unico prodotto – come sottolinea lui stesso - tutti questi elementi: che sia un progetto o un elemento di design o un elaborato artistico, riesco a trovare in ogni caso uno stile che li rende riconoscibili».